Luogo, Nonluogo.
Luoghi, non-luoghi. Sempre più spesso si sente dire questo neologismo: Nonluogo. I Nonluoghi sono spazi costruiti dall’uomo per un determinato scopo, che vengono usati dall’uomo senza una reale consapevolezza, senza essere vissuti davvero, come degli ambienti in cui la realtà è sospesa, il tempo galleggia e gli spazi sono indefiniti. Luoghi di passaggio. I Cortili di Ward Roberts sono tutto questo, sono aree apparentemente prive della presenza vivificante dell’essere umano.
Ward introduce Courts nel libro omonimo così:
“When I was younger I’d often spend a lot of time playing tennis, soccer, and basketball with friends. We’d break into schools on the weekend just to play sport(s). I was curious to find out if this is still a popular activity“.
Ecco quindi il richiamo alle sue esperienze giovanili, dove quei cortili erano espressione di risate, di giochi, d’amicizia. E oggi Ward si chiede se questi luoghi sono ancora centri d’attrazione, di vita, oppure se i tempi che cambiano velocemente hanno spazzato via tutto questo in favore di spazi virtuali sempre più spersonalizzati e spersonalizzanti. La ricerca è fortemente permeata dal minimalismo delle tracce, composizioni geometriche studiate e incantevoli colori pastello ricercati da Hong Kong a New York, da Londra a Melbourne.
Le conclusioni, come sempre, spettano a noi. Voi cosa ne pensate? I cortili sono ancora i luoghi d’incontro preferiti per incontrarsi con gli amici, oppure ormai si predilige la piazza virtuale?
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